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martedì 10 settembre 2013

Il primo giorno alla scuola materna

Era convinta di averlo perso, che se ne fosse andato via. La testa ancora confusa, il dolore pieno, lo smarrimento di chi non riesce piú a capire dove  si trovi in mezzo a una cittá sconosciuta. 
Invece, come una sorpresa che lascia senza fiato, la ginecologa del pronto soccorso aveva detto che lui c'era ancora. La luce all'improvviso. E poi ancora il buio..."Probabilmente questa gravidanza non andrá avanti"
Questo lo ha reso ancora piú speciale perché la mamma di A, oltre che ad amarlo, ha cominciato da subito ad ammirarlo, a guardarlo in modo stupito. A pensare a quanta grinta dovesse avere un fagiolino cosí piccolo per attaccarsi cosi caparbiamente alla vita ribaltando tutti i pronostici.
Il piccolo A le ha fatto sentire per la prima volta, sulla pelle, dentro alle viscere, il mistero della vita, davanti al quale non si puó fare altro che stare in silenzio, fiduciosamente in attesa. 
Il piccolo A oggi é un bambino. Biondo, con gli occhi grandi grandi, il sorriso largo.
A. e la sua mamma hanno percorso insieme un bel pezzo di strada. Sono quasi tre anni che "stanno insieme" e sono anni che hanno la densitá di una vita. Lo conoscono bene questo sentimento le mamme, nessun altro momento della loro vita "precedente" é stato cosi intenso di emozioni, anche contrastanti, travolgenti, incredibili, faticose.

La mamma di A oggi lo ha visto entrare nella sua classe, un po' titubante. Allora  la mamma lo ha preso per mano e lo ha accompagnato al suo posto, nel cerchio, sulla sua seggiolina, insieme ai suoi compagni di classe. Pochi passi uno vicino all'altra. Ma in realtà hanno attraversato un hanno "un ponte".  La mamma di A lo sa che da oggi cambiano tante cose. La mamma di A lo sa che da oggi A entra nel mondo, con le sue gambe.  La mamma di A lo sa che da oggi dovrá cavarsela anche un po' da solo.
Le gambe un po' le tremano. A canta e batte le mani, poi fa una carezza al bimbo seduto accanto a lui.   Chissá perché.  Poi la mamma e il papá gli fanno ciao e vanno via, ascoltando e riconoscendo le sue lacrime dietro di loro.
Non é tristezza, non é paura quello che sente la mamma. È di nuovo quella sensazione di meraviglia e tenerezza davanti alla vita che prende forma. 
A e i suoi occhi, A e la sua vita davanti a sé. 

Come dice quella bella canzone "la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare"

                                                         VOLA! UCCELLINO! VOLA!

e grazie....é sempre di piú quello che mi doni di quello che io cerco di dare a te!




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