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sabato 14 settembre 2013

Manuale di sopravvivenza per mamme che "abbandonano" i loro figli alla scuola materna.

Non a caso il suo simbolo é il polipetto blú. E come un polipetto le si é stretto al collo, piangendo disperato. Anche la pancia della mamma si é sconquassata. Anche lei si é sentita un polipo contorsonista nello stomaco quando é riuscita a lasciare il piccolo A tra le braccia della maestra, a girarsi e ad andare via.
Come in ogni grandissimo amore lasciarsi fa male ma...

DA NON DIMENTICARE:
1- Mamma di A, il piccolo A é tuo figlio. Ma ricordati che non é tuo! Le persone non si possiedo, tantomeno i figli. Soprattutto i figli.
2- Essere madre é l'esperienza piú bella, piena, incredibile, meravigliosa della tua vita. Ma non per questo la tua identità deve racchiudersi dentro una sola parola: mamma. Tuo figlio ha bisogno che tu esista indipendentemente da lui. Non farlo sentire indispensabile per la tua autostima, per il sentimento del tuo valore. Così lo costringerai e imprigionerai nel ruolo di figlio e si sentirà in colpa ogni volta che vorrà lasciarti per vivere la sua vita. E il tuo volergli bene si trasformerà in qualcosa che assomiglia al suo contrario.
3- Ricordati che le emozioni difficili, come quelle di questa mattina non distruggono nessuno. Resisti alla tentazione di volerlo vedere sempre felice e soddisfatto. Ha bisogno di incontrare il mondo, ha bisogno di saper camminare con le sue gambe. Questo si é indispensabile. Quindi spostati mamma di A e lascialo provare. Cosi sará orgoglioso delle sue prove superate, si sentirà sicuro le prossime volte, scoprirà cosa gli riesce bene, cosa non gli piace.  Potrá sentire di avercela fatta grazie alle sue risorse e alle sua capacità. Lo sai vero cosa significa questo?
4- Lascialo libero di sentire quello che sente. Se piange arrivando a scuola, se non piange e sembra tranquillo, insomma qualsiasi cosa proverá non viverlo come un tuo riflesso. Non leggerlo come una prova del fatto che ti voglia bene oppure no. Quella caso mai é "roba tua", tue paure. Pensaci, prendile in mano, dagli un senso, lavoraci. Ma lascialo libero dai tuoi fantasmi.

Poi quando è tornata, dopo poche ore, alla scuola materna, A era in giardino (si, lo ammette, lo ha spiato da dietro la siepe). Vicino alla sua maestra, con gli altri bimbi, A era sereno. Quando si sono visti si sono sorrisi e abbracciati. Tutti e due felici.
Oggi é sabato, la memoria é corta. Stamparsi il manuale con le 4 regole e leggerlo lunedì mattina. Quando il polipetto tornerá all'attacco. O magari no.  Vedremo.
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